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Matera
Il Parco della Murgia Materana

GEOLOGIA
La Murgia Materana rappresenta il tratto occidentale terminale delle Murge pugliesi: essa si presenta come un possente rilievo calcareo che emerge da un più dolce paesaggio collinare .
Sul basamento calcareo poggiano a loro volta strati di calcareniti plio-pleistoceniche (calcareniti di Gravina), il cui spessore può raggiungere anche i 50 metri.
Elementi morfologici di grande impatto paesaggistico sono dati dai solchi erosivi che variamente modellano l’altopiano;
tra tutti, il più spettacolare è la “Gravina di Matera”, esempio di canyon di 70~80 ml di profondità ricco di meandri e affluenti laterali, che presenta pareti sub-verticali e volte terrazzate e modellate da dossi, piccoli rilievi isolati, pinnacoli, valli sospese ecc.
L’area di Murgia Timone, dove si trova il centro visite del Parco, un tempo era parte di un’isola costituita da sedimenti  marini di natura calcarea (Calcare di Altamura – Cretaceo superiore 70  milioni di anni fa).
I fianchi di questa isola, facente parte di un vasto arcipelago, furono in  seguito coperti da depositi carbonatici, noti col nome di “tufo”, di colore  giallastro in cui sono ben visibili ad occhio nudo frammenti di macrofossili.
(Calcarenite di Gravina – Pliocene superiore – Pleistocene inferiore circa 2  milioni di anni fa).
Dal “piazzale del Belvedere”  è facilmente individuabile il limite tra le due  formazioni rappresentato dalla strada panoramica di congiungimento  dei due rioni “Sassi”.
Il tufo a causa della sua porosità, determinata dagli innumerevoli interstizi  che separano i granuli, si lascia facilmente attraversare dall’acqua;
nel calcare perché l’acqua vi abbia accesso, è indispensabile la presenza  di fessure.
Tali caratteri hanno favorito il fenomeno carsico che, attraverso l’azione  erosiva aggressiva dell’acqua ha dato luogo a tipiche forme quali: campi  carreggiati, doline, inghiottitoi e le numerosissime grotte che punteggiano  l’altopiano.
Ma il segno più evidente, di una evoluzione geologica durata milioni di  anni, è la profonda forra incisa nella roccia: la Gravina di Matera, solcata  dall’omonimo torrente e i suoi valloni afferenti.